Il Fooling

Fooling (essere matto) è teatro e danza di improvvisazione.

Proposto originariamente da Franki Anderson, un’attrice e coreografa inglese, può essere messo al servizio di qualunque tipo di messinscena. 
A partire dallo spazio vuoto, col fooling si costruiscono spettacoli recitando, danzando e commentando con il pubblico. Il fooling si fonda infatti sulla consapevolezza della presenza del pubblico e sulla relazione che si può costruire tra palcoscenico e platea.

Il fooling è anche una sintesi di tecniche specifiche, ma è soprattutto un percorso che aiuta chi partecipa ad osservare e rispettare se stesso, i propri desideri, le proprie reazioni in situazioni in cui si confronta con gli altri. Non è necessaria alcuna specifica esperienza teatrale o di animazione. Basta aver voglia di mettersi in gioco.

Improvvisare diventa quindi trovare un limite nello spazio vuoto e relazionarcisi, con un piede sul terreno solido del conosciuto e l’altro sospeso sopra l’abisso dello sconosciuto, per il puro piacere di mettersi in gioco, completamente assorti in ciò che si fa, senza preoccuparsi di successi o fallimenti, usando l’espressione come esperienza educativa.

A partire dal patrimonio personale di personaggi di ciascun attore, grazie al fooling si sottolineano col sorriso gli aspetti universali delle vicende che vengono raccontate, perché le emozioni contenute nelle storie sono archetipiche, riguardano tutti, e sono più importanti degli attori che le interpretano. Nel fooling nulla è giusto, nulla è sbagliatosi sta sul palcoscenico a partire da quello che si è, piuttosto che da quello che si fa.  

Oltre che a finalità espressive, col fooling si possono approfondire storie, vicende e sensazioni in termini di consapevolezza emotiva, fisica e relazionale. Il fooling va cioè a sollecitare le chiavi secondo cui impariamo e creiamo

In caso di curiosità: Lorenzo Bòcchese: lorenzo@teatrodelmatto.it
O, meglio, troviamoci ad improvvisare insieme. 🙂